Dott. Siegfried Tappeiner
* 6.2.1933 + 19.3.2018
La scomparsa di Siegfried Tappeiner lascia un vuoto nella coralità dell’Arco alpino - AGACH
Poche persone sono in grado di imprimere un’impronta tanto piena di significati nella società in cui vivono e creare nuovi paradigmi che durano per decenni.
Il dott. Siegfried Tappeiner è stato di certo una di queste: la sua lunga e intensa attività nel mondo della coralità ha gettato le basi per una collaborazione durevole tra mondo tedesco e mondo italiano, lasciando una feconda eredità che oggi è compito nostro non disperdere. Tra i tratti particolare della sua figura rientrano certamente le sue qualità umane, la competenza, l’autorevolezza, la signorilità e l’umiltà con la quale sapeva relazionarsi con tutti e anche con personaggi molto illustri.
Su tutto però resta il suo merito fondamentale di essere stato un vero protagonista del mondo culturale, capace di interpretare una fase storica anche difficile e di gettare un ponte divenuto negli anni solido tra la cultura tedesca e la cultura italiana attraverso il comune linguaggio della coralità in un percorso di reciproca conoscenza e collaborazione. In questo, fu un precursore delle dinamiche dell’odierno Euregio nel quale aveva intravisto una grande opportunità di crescita e di scambio culturale che ha trovato poi una sua formalizzazione nel 1979 nella costituzione dell’AGACH in seno al Consiglio Provinciale di Bolzano con una solenne cerimonia sotto lo sguardo autorevole di Silvius Magnago, che concordava nel considerare questo organismo importante nella sua funzione aggregante dei popoli.
Proprio questa associazione, che riunisce oggi 16 federazioni corali dell’Arco alpino con quasi 5000 cori, resta la creatura più riuscita di Tappeiner perché fin dall’inizio ha promosso un’attività di sinergia, rafforzando e intensificando quella matrice corale che ha come comune denominatore la montagna, i valori e le tradizioni delle comunità che vi abitano.
In questo senso è un atto dovuto ricordarlo in occasione del 40° dell’AGACH rinsaldando gli obiettivi originari che Tappeiner seppe individuare e sviluppare, nella consapevolezza che quelle ragioni iniziali sono tutt’altro che passate di moda ma che, anzi, acquistano oggi una nuova dimensione lungimirante e attuale.
Con la sua scomparsa la coralità dell’Arco alpino è più triste, ma non più povera poiché l’eredità di personaggi come il dott. Tappeiner prosegue senza interruzione, nell’affetto e nella convinzione di chi in quei valori si è rispecchiato e si rispecchia a fronte della loro attualità.